BELARUS: Many channels, few free voices

Many channels, few free voices in Belarus
The radio channels of the public broadcaster. From the top: Pershy Kanal (heir to the station that started on 15 November 1925, with the announcement “Gavoryts Minsk!”), Radio Belarus (created in 1962), Kanal Kultura (described as “radio for intellectuals”, on the air since 1 January 2002), Radio Stalitsa (also known as Radio Capital, it is aimed at the capital region and has an original music selection that devotes a lot of space to hard rock), Radius FM (with a modern sound, in operation for 15 years)
Source

In “White Russia”, a country where President Alexander Grigor’evič Lukashenko is increasingly tightening repression against free voices and journalists, there are more than 110 channels operating on old FM, from 66 to 73.8 MHz. Pershy Kanal, Kanal Kultura and Radio Stalista are the three stations of the Belarusian National Radio and Television Company (BTRC) that operate throughout the country. In addition to these, there are local stations, which are also in the orbit of the state broadcaster: Gomel FM, Radio Mogilev, Radio Grodno, Radio Brest, Radio Vitebsk (all in Russian language) and Radius FM which operates in the capital, Minsk.

A double net, FM and Oirt

An illustration on the Kanal Kultura website (and the table below) shows what the coverage looks like: for each purple circle (identifying the area served by a system in the OIRT band) there is a blue circle identifying the area served by a system in FM CCIR band.
Source

According to our Belarusian correspondent Alexey Yankovsky, there are no plans to shut down transmitters in the OIRT band, only a few vague rumours, and there is probably still a good presence of receivers in homes. However, Alexey points out that the network is a duplication of the one in the CCIR FM band: for every transmitter in the 66-73.8 MHz range, another one has already been active for years from the same location in the 87.5-108 MHz range. The same is true for all the other broadcasters, except for Stalista which, in fact, is missing a few installations to have an ‘overlapping’ network. And the presence of these dual networks, in terms of both energy and maintenance costs, is likely to become an increasingly difficult cost for the BTRC to bear, especially after the pandemic: if a choice is necessary, it could be the OIRT network that is sacrificed. Already at the moment, the OIRT transmitters of all the various channels are generally only switched on from 6 or 7 a.m. until midnight, while the FM transmitters run for 24 hours.

by Franco Martelli, part 4-continues

RDS – Perché le radio dovrebbero occuparsene di più

ABSTRACT:

The article is published in Italian to avoid language barriers that reduce its impact. It talks about RDS, a technology developed 35 years ago and used in billions of receivers since then. With the advent of large displays, infotainment manufacturers began using RDS information to help display station logos on car radios. When logos are not displayed, when outdated ones pop up, or when a logo is mixed up with that of another radio station, the car manufacturer is often blamed. But “it takes two to tango”: problems can also be caused by incorrect RDS settings on the part of the radio station. Many broadcast managers are not technicians, and this article is aimed at them to make them aware of the issues: The problems need to be investigated and solutions can be found.

Una vecchia autoradio con la manopola di sintonia e il quadrante analogico
Fonte

Pochi ricordano i tempi in cui la radio dell’auto aveva una manopola di sintonia e un quadrante analogico, e la ricerca delle stazioni avveniva per frequenza. I ricevitori moderni, invece, propongono l’elenco delle stazioni disponibili, ordinato per nome, e la sintonizzazione si effettua con un click o un comando vocale.

Un’autoradio di nuova generazione, come la BMW ConnectedDrive, mostra i nomi delle stazioni sintonizzabili
Fonte

Se bastano un dito o la voce per impartire i comandi al sistema multimediale (che ormai incorpora anche audio, internet, app, navigatore, e perfino la tv) è perché l’interfaccia uomo macchina (HMI: human-machine interface) ha semplificato il rapporto con la tecnologia. Per far sì che con lo sfioramento del nome della radio sullo schermo inizi l’ascolto, un’apposita dashboard (pannello di controllo) consente di impartire i comandi al sistema (analogamente ai programmi che girano su un pc). Ma per la radio, anche i più moderni sistemi di interfaccia si basano su dei dati digitali, presenti in quasi tutti i segnali FM: il Radio Data System, o RDS. Questo segnale digitale viaggia su una sottoportante di 57 kHz a 1.1875 kilobit al secondo (piuttosto lentamente quindi, rispetto alle velocità attuali di trasmissione dati audio o video). Ma è uno standard, disponibile su miliardi di dispositivi, e può svolgere molte funzioni, se usato correttamente.

Mostrare il nome della radio semplifica la sintonizzazione

L’RDS consente di riconoscere subito il nome della stazione sintonizzata. Nelle autoradio analogiche era necessario impostare correttamente la frequenza (se la si conosceva) o attendere l’annuncio
Fonte

L’elemento più visibile dell’RDS è il nome del programma (o servizio), spesso abbreviato come PSN o PS, che consente al guidatore di riconoscere immediatamente il nome della stazione. I display dei primi ricevitori digitali usavano elementi a LED e potevano visualizzare esattamente 8 caratteri. Pochi, ma sufficienti a descrivere la maggior parte dei nomi dei servizi radiofonici o i loro acronimi. Per aumentare la quantità di informazioni da fornire al guidatore sono stati utilizzati contenuti “dinamici”, e oggi il PSN viene ancora utilizzato da alcune emittenti (non correttamente) per visualizzare data, ora, numeri di telefono, tassi di cambio, pubblicità, informazioni su artisti e titoli e un sacco di *** e <<< e >>> e ### … spesso anche in modalità “scrolling”, distraendo i guidatori e confondendo gli ascoltatori. Lo standard RDS infatti prevede una soluzione migliore: “RadioText” (RT), e “enhanced RadioText” (eRT); entrambi supportati da molti sistemi moderni di infotainment e che dovrebbero essere usati per qualsiasi testo dinamico, relativo alla programmazione corrente o meno.

L’RDS ha permesso di mantenere la sintonia quando si è in viaggio

Il PI code di Rai Radio2 visualizzato sul ricevitore portatile ATS 305 della coreana Sangean, uno dei pochi ricevitori commerciali che consentono di visualizzare i dati “nascosti” dell’RDS
Foto Fabrizio Carnevalini

Dietro le quinte, c’è un identificatore unico (di programma) in ogni segnale RDS, chiamato codice PI. Questo codice permette all’autoradio di sintonizzarsi automaticamente su un’altra frequenza che porta lo stesso programma – permettendo al conducente di tenere le mani sul volante e godersi l’ascolto senza interruzioni o cadute. Utilizzando una struttura numerica sofisticata, il codice PI controlla anche come il ricevitore gestisce la programmazione regionale: ampiamente utilizzato dalle emittenti pubbliche europee (per le notizie regionali e le informazioni di servizio pubblico) e dalle reti commerciali (per dividere la loro rete in un certo numero di sottoreti regionalizzate con pubblicità locale, moltiplicando così il loro business), ma totalmente sconosciuto al panorama radiofonico in Nord America (anche perché le emittenti sono spesso monocanale).

E oggi il PI viene utilizzato anche per mostrare i logo sulle vetture

Nel corso di una presentazione della Seat, è stata usata una gigantografia della plancia di una vettura per mostrare come l’autoradio visualizza sullo schermo i logo delle emittenti: una funzione basata sul codice PI
Fonte

Al di là di questo, il codice PI serve a memorizzare le stazioni preferite sui tasti “preset”. Ma serve anche per una funzione che gli inventori dell’RDS non avevano previsto: visualizzare il logo della stazione radio. A differenza di un numero di telefono unico che viene assegnato dal provider, o dell’indirizzo IP unico assegnato da un’architettura dedicata, il codice PI è qualcosa di cui ogni emittente deve occuparsi attivamente. I produttori di apparecchiature di trasmissione RDS consegnano i loro box con codici predefiniti o vuoti, che devono essere cambiati o impostati. Ma come può l’emittente sapere quale codice impostare? Alcuni paesi forniscono il codice PI da usare insieme alla licenza di trasmissione: i codici sono amministrati centralmente da esperti. In altri paesi, c’è una sorta di auto-organizzazione da parte delle emittenti, ma a causa della mancanza di un registro centrale, la situazione può diventare rapidamente caotica.

I codici non sono casuali

Un decoder per visualizzare il PI code nei vecchi ricevitori analogici. L’immagine mostra il PS di RTT Radio Sfax, emittente tunisina che utilizza il codice 7204. La stazione è stata sintonizzata alle Cinque Terre grazie a condizioni favorevoli di propagazione troposferica.
Foto Fabrizio Carnevalini

I codici PI sono composti da 4 caratteri esadecimali e vanno da 0000 a FFFF. In teoria, questo permette 65536 combinazioni: Un numero grande, ma non sufficiente per dare ad ogni stazione radio un codice PI unico. Per far funzionare correttamente il sistema RDS, il progetto contiene alcune regole formali per il codice PI, che devono essere rispettate.

Il significato dei quattro caratteri

La mappa mostra, con i codici colore, qual è il primo carattere del codice PI da usare in ciascun Paese. In Italia la normativa non viene rispettata da 35 emittenti
Immagine realizzata da Oliver Schmidt

Il primo carattere designa il paese d’origine dell’emittente: ad esempio F = Francia, E = Spagna, C = Regno Unito, 7 = Tunisia … Poiché ci sono solo 15 caratteri potenziali (lo 0 non è ammesso), diversi paesi devono usare lo stesso carattere. I paesi che usano lo stesso carattere non possono essere adiacenti, per evitare che al ricevitore arrivino codici PI duplicati. La F, per fare un esempio, è usata in Francia, ma anche in Norvegia, in Bosnia ed Erzegovina e in Bielorussia. Nota: lo standard RDS include un ulteriore elemento di dati chiamato “Enhanced Country Code” (ECC) che in teoria rende i codici PI globalmente unici. Sfortunatamente, l’ECC è implementato correttamente solo da un piccolo numero di emittenti e quindi non ha mai acquisito alcun valore pratico sul lato del ricevitore. Che peccato!

Il display di questo Satellit 700 della Grundig, mostra il PI code di Rai Radio2. La prima cifra, il 5, identifica l’Italia (ma è usata anche da altri paesi), la seconda il tipo di servizio (il 2 è per le emittenti con copertura nazionale)
Foto Fabrizio Carnevalini

Il secondo carattere è usato per descrivere la “copertura” del servizio specifico: 0 è usato se l’emittente opera solo su una frequenza (utile da sapere, poiché il ricevitore non deve cercare frequenze alternative). 2 e 3 sono usati per designare le reti nazionali e regionali, e tutti gli altri caratteri da 4 a F possono essere usati per designare gli split regionali dei servizi nazionali.

Il terzo e il quarto carattere sono identificatori di servizio unici, permettendo fino a 255 servizi. Questo numero è sufficiente per i paesi più piccoli, ma è troppo piccolo per i paesi con un ricco panorama radiofonico. Se vivete o trasmettete negli Stati Uniti, i codici PI hanno un significato e una logica diversa: essi corrispondono al call sign attribuito dalla FCC: un algoritmo definito fa sì che, per esempio, KCBS usi il codice PI 1574. Di conseguenza, il nominativo può essere determinato dal codice PI! Questo sistema funziona per i nominativi K e W, e non si preoccupa degli split regionali. Ma non è usato perfettamente – alcune stazioni impostano il primo carattere del codice PI a 1, per pubblicizzare il loro servizio come provider TMC, ma generando call sign “fasulli” invertiti.

Non si può… giocare con i numeri

Il display del tuner Kenwood KT6040 mostra l’RDS della radio internazionale tunisina RTT Radio Tunis Chaîne Internationale, ricevuta in Italia alle Cinque Terre grazie alla propagazione troposferica
Foto Fabrizio Carnevalini

I codici PI sono una questione complessa. Le emittenti devono assicurarsi di usare i codici corretti – nei paesi più grandi e dove gli split regionalizzati sono importanti, devono cooperare e usare un unico riferimento affidabile per l’uso dei codici PI. Alle emittenti possono non piacere queste regole e le loro limitazioni, ma sono state create e scritte già nel secolo scorso (RDS è stato lanciato ufficialmente nel 1988), e sono da allora implementate in miliardi di dispositivi di ricezione, impossibili da cambiare. Quindi è meglio che si attengano alle regole dal lato del trasmettitore – questo richiede solo un piccolo sforzo ma evita futuri problemi.

Il problema “immagine”

Un progettista della Seat mentre disegna la plancia di una vettura
Fonte

Molte emittenti non sono consapevoli di avere un problema di codice PI. I loro ascoltatori saranno in grado di ricevere il programma, il nome della stazione sarà visualizzato – sembra perfetto. Ma poi, le autoradio con i loghi delle stazioni “gireranno l’angolo”, e scopriranno che il logo della loro stazione non viene mostrato affatto, o, ancora peggio, appare il logo di un’altra stazione quando il ricevitore è sintonizzato sulla loro frequenza. Questo non è solo frustrante, ma può danneggiare l’immagine e l’esperienza del marchio che la stazione radio ha creato.

Come comportarsi quando si nota un’anomalia

Un esempio delle anomalie che possono verificarsi in alcune autoradio del gruppo Volkswagen: dell’emittente memorizzata nella posizione 2 si riesce a leggere l’RDS ma non viene mostrato il logo

Se qualcosa non va, la prima reazione è quella di incolpare la casa automobilistica. Certamente i costruttori sono parte del problema. Hanno progettato il loro sistema di infotainment basandosi sui codici RDS PI, supponendo un uso corretto e coordinato dello standard RDS e un uso stabile dei parametri tecnici. Ma questa è solo teoria. La vita reale nel panorama radiofonico è diversa. Non tutte le emittenti si prendono cura dei loro codici PI, ed è per questo che anche le emittenti hanno le loro colpe: alcune usano lo stesso codice di altre stazioni, altre adottano codici al di fuori della gamma assegnata al loro paese, oppure non adottano l’ECC o lo impostano in modo errato, o non impostano correttamente i codici PI durante gli split regionali. Questi sono solo alcuni degli “errori” commessi.

Come rimediare? Il fai-da-te è rischioso

Un’altra anomalia ricorrente, e che danneggia l’emittente, è quando anziché il proprio logo viene visualizzato quello di un’altra stazione. Come quel che accadeva a radio Sound di Piacenza: nelle autoradio del gruppo Volkswagen, nel riquadro destinato alla stazione veniva mostrato il marchio della siciliana Radio City (CT)
Fonte: Radio Sound (PC)

Avendo imparato alcune nozioni di base sull’RDS, un’emittente potrebbe essere disposta a cambiare codice. Non è così semplice. Bisogna prima verificare di che problema si tratta, e se occorre sceglierne un altro se ne deve individuare uno libero non solo a livello locale, ma nazionale, per evitare di “pestare i piedi” ad altre stazioni. E bisogna considerare anche che i codici sono limitati perché nelle autoradio restano memorizzati anche quelli di stazioni chiuse da anni, e si rischia dover ripartire da capo. Infine, cambiare il codice non basta: bisogna anche comunicarlo a chi gestisce il database affinché le modifiche vengano applicate. Meglio affidarsi a un esperto, che analizzi lo stato e la situazione del attuale RDS, verificando la situazione nei diversi sistemi di infotainment automobilistici. E raccomandi una soluzione che non solo risolva il problema specifico, ma si assicuri anche che non danneggi le altre emittenti e che sia adeguatamente comunicata all’industria dell’infotainment automobilistico.

Fatti consigliare da un esperto

Ecco come sono distribuiti nel mondo gli oltre 170.000 impianti FM esistenti. La mappa è stata realizzata visualizzando sul planisfero le coordinate degli impianti presenti nel database di FMLIST
Fonte: elaborazione sul sito fmscan.org su dati FMLIST

Radio Data Center gestisce l’unico database mondiale delle stazioni radio pubblicato su siti web come FMSCAN e FMLIST. Questo archivio, continuamente aggiornato da centinaia di corrispondenti e da molte fonti, unito alla conoscenza approfondita dei dati e degli algoritmi utilizzati dai sistemi di infotainment automobilistici, permettono agli esperti di analizzare le implementazioni RDS e di fornire raccomandazioni alle emittenti. Il database, che comprende oltre il 97% dei logo mondiali, è utilizzato (tra gli altri) dal sistema di infotainment più avanzato tecnologicamente, l’MBUX della Mercedes (la vettura è connessa alla rete e scarica periodicamente gli aggiornamenti). Maggiori dettagli su https://www.radiodatacenter.com/.

USA: Spotify revolutionises music in the car

Spotify revolutionises music in the car

As small and slim as an MP3 player, it attaches to the air vents or dashboard (various adapters are provided), and connected via Bluetooth to the phone opens the door to Spotify, Sweden’s market-leading music streaming platform. This small device could revolutionise music listening in the car. The price is low ($79.99 to the public), and in the United States the first units will be given away for free: you register on the site and pay only shipping: $6.99.

With this move, Spotify is skipping all the middlemen and attempting to deal a heavy blow to its competitors: car manufacturers, streaming platforms and, above all, radio stations, especially those that have recently landed on digital DAB. Car radios, on the other hand, are complicated, due to their ever-increasing integration with the on-board computer. Spotify, on the other hand, promises to simplify the relationship with music by offering a simple device that can be controlled by voice. Streaming platforms (such as TuneIn) have also been penalised, even though they are well integrated into cars, given that the “hunger for content” had prompted manufacturers to sign collaboration agreements with audio content aggregators.

But the blow could be very hard in view of the innovation that everyone is waiting for, Spotify Hi-FI, the high-performance format expected in the second half of 2021. Subscribers will be able to listen to their favourite tracks in CD quality with a bitrate of 320 kbps, something that not even Dab offers today: it could do so by drastically reducing the number of broadcasters currently hosted in a dab bouquet: in Italy, only the ADN group’s broadcasters in Calabria and several RAS channels in Alto Adige go at 128K, generally all of them, like those hosted by DabITalia, broadcast at 64 kbps (one fifth of the definition of Spotify Hi-Fi).

Spotify is also on a roll: its Q1 2021 report states that it has 158 million premium users (users who pay for all features without advertising), a jump of 28 million subscribers on a year earlier. There are 356 million active users globally (including those who use the free service: 198 million). In Italy, a study carried out by research institutes Kantar and ComScore on behalf of Google found that of the nine out of ten Italians who listen to music online, Spotify is in second place (54%) after YouTube (90%). This is followed by PrimeMusic (34%) and Apple Music (9%). While web radios account for only 15%.

PORTUGAL: Radio Maria gets underway

Radio Maria gets underway
The website of Radio Maria Portugal shows, from the left, the photo of Father Livio Fanzaga, director of Radio Maria (Italy), in the middle Father Marco Luís, director of Radio Maria Portugal and on the right the photo of a broadcasting studio
Source

Since 13 May 2021, with the live connection from the sanctuary of Fatima for the transmission of the Holy Rosary, Radio Maria’s broadcasts have begun in Portugal. An expression of the Portuguese association of the same name, the project to open the station began in 2018, when the president of the Spanish office José Manuel Quintanilla took up the invitation of Emanuele Ferrario, the historic president who passed away in 2020 and whoglobalisedthe station.

The frequencies are those of the former Radio Sim

A picture taken in the studios during the opening day and posted by the broadcaster on Facebook
Source

The Portuguese station acquired the ownership of Rádio Sim from Grupo Rádio Renascença (a Portuguese media hub that owns Rádio Renascença, RFM and Mega Hits) and switched on 102.2 MHz in Lisbon and 100.8 MHz in Porto, and opened its headquarters in Lisbon and studios in Fatima. The editorial director and head of programmes is Father Marco Luís, appointed on 6 November 2020 by José Ornelas Carvalho, Bishop of Setúbal and President of the Portuguese Episcopal Conference.

With the Portuguese office, there are 82 affiliates

Also from the radio station’s Facebook account, another shot posted on the day of the inauguration
Source

The station is part of the World Family of Radio Maria, an association created in 1998 to promote the development of the station in the world by offering technical and organisational support to the associations that have arisen in various countries. The World Family of Radio Maria has 82 stations, of which 28 in Europe, 23 in America, 23 in Africa and 8 in Asia and Oceania. With more than two thousand transmitters, Radio Maria reaches more than 500 million listeners around the world, speaking in more than 65 languages.

MYANMAR: Federal FM challenges the military

Federal FM challenges the military
The Policy Maker article also features interviews with some of the activists who opened the pirate station
Source

Radio is once again the voice of the opposition against authoritarian regimes, because unlike the web and social networks, it is less traceable. The origin of a signal can only be identified with equipment that allows triangulation of the point of emission. In the case of Myanmar, after the army’s coup d’état against the government of Aung San Suu Kyi on 1 February 2021, the opposition opened the pirate station Federal FM because only the technicians and operators who make the programmes are at risk.

In the Federal FM account opened by the broadcaster on Soundcloud you can listen to some recorded broadcasts.
Source

Listeners remain anonymous, whereas if they read messages posted on the Internet or social networks, they can easily be identified. The military junta controls social media and regularly interrupts internet connections. Policy Maker magazine devotes an extensive article to Federal FM, a pirate radio station that has been covering the main region of Myanmar and the economic capital, Yangon, for some weeks now, operating on 90.2 MHz..

TikTok opens a radio station in Australia

TikTok opens a radio station in Australia
UK music website CMU (Complete Music Update) has announced TikTok’s intention to open a radio station in Australia
Source

It is the first experiment in cross-media by a social network: TikTok has launched a radio station in Australia. It is a channel on the Australian version of the digital platform iHeartRadio. The new radio station, available online and on DAB, will let you know what music is popular on the video sharing app at the moment and listen to it in full. The presenters will be famous artists and influencers on TikTok. The project will run for three months: it has not yet been decided whether it will continue after that and be exported to other countries.

UKRAINE: Will religious broadcasters be the only voice in the desert?

In an interview with the portal 'Public. Media Detector' portal, Dmytro Gruzynsky, head of the Ukrainian National Radio and Television networks, reiterated a few months ago his desire to decommission the old FM band
In an interview with the ‘Public. Media Detector’ portal, Dmytro Gruzynsky, head of the Ukrainian National Radio and Television networks, reiterated a few months ago his desire to decommission the old FM band
Source

We continue our journey through the airwaves of Eastern European countries where the “oldFM OIRT band (between 65.8 and 74 MHz) is about to be completely abandoned. The situation in this band in Ukraine should be examined taking into account the presence of three public radio channels and some private broadcasters, of religious or informative nature. The head of the organization responsible for the development of the radio and television networks, National Radio and Television of Ukraine (NSTU), Dmytro Gruzynsky, in an interview in December 2020, affirmed the intention of the organization to soon dismantle almost all the installations still operating in the OIRT band.

The situation of the public broadcaster’s national programmes

Radio Ukraine is the oldest radio station in the country. The first broadcast went out on 16 November 1924 at 19:00. Services continued without interruption, even during the Second World War
Source

In the plans of the company, about ten transmitters should have remained on air for Persha Program, as many for Radio Promin’ and 15 for Radio Kult’ura. The reason for the cuts was, on the one hand, the obsolescence and inefficiency of many systems, and on the other hand the possibility of being assigned FM frequencies in the same basins. Typically, new concessions are awarded through a tender and the state broadcaster must always beat competition from the numerous commercial radio stations. In some cases, the authorized powers have proved to be insufficient to satisfactorily cover the service area, so much so that NTSU asked to increase the power of a concession for UR1 from 500 watts to 1 KW). The fact remains that the presence of the three Ukrainian public broadcasters in the OIRT band is destined to be increasingly residual.

Commercial radio stations in the OIRT band?

RadioM declares on its website that it is ‘an independent information and entertainment station’ which aims to ‘convey patriotic and moral ideas’. It has seven frequencies between 87.5 and 108 MHz, and in the Odessa region it transmits on 101.7 MHz.
Source

As far as private broadcasting is concerned, both OIRT band frequencies of Yaskrave Radio and two out of three OIRT band frequencies of Hromads’ke Radio have been switched off. In addition, at the end of 2020, RadioM let lapse the concession for 68.36 from Odessa, which was the only OIRT band frequency of the station.

Two religious radio stations broadcast only in the OIRT band

Radio Maria began broadcasting in Ukraine on 1 June 2010 on 69.68 MHz in Kiev. In ten years, the number of active frequencies in the OIRT band has risen to 11. The station has branches and transmitters in seventy countries worldwide.
Source

The installations of two religious radio stations remain active; at the moment they only have frequencies in the OIRT band and therefore it is likely that they will not be switched off, since listeners still have devices and car radios to receive the programs broadcast in this band. To date, the Catholic Radio Mariya has 11 different frequencies, Svitle Radio Emmanuyil (close to the Pentecostal Church) has 8, while Golos Nadiyi (“Voice of Hope“, an Adventist radio station) has only 4 in the OIRT band and 3 in the “new” FM band and it can be assumed that it takes over some of the licenses issued by the NSTU.

Analogue TV channels remain on air – for political reasons

On the website of the National Council of Television and Radio Broadcasting of Ukraine, there is a report of a 2019 meeting in which one of the members, Serhii Kostynskyi, proposes to continue broadcasting in the territories bordering Russia and near occupied Crimea
Source

As a curiosity, the OIRT FM band is adjacent to a band used for TV and there are still some analogue TV channels on air, and can be received on 65.75 MHz (the audio frequency related to the TV channel R2). It seems in fact that not all analogue Ukrainian TV stations have completed the switch off; moreover Ukrainian authorities intend to keep on analogue transmissions serving the Donbass area and in several settlements in the Kherson region near occupied Crimea (for obvious political reasons).

by Franco Martelli, part 2-continues

FRANCE: Radio blows out one hundred candles

31 May sees the start of the Festival de la Radio, a week celebrating radio with meetings, seminars, open houses, special programmes
31 May sees the start of the Festival de la Radio, a week celebrating radio with meetings, seminars, open houses, special programmes
Source

To celebrate the centenary of the first radio broadcast and the 40th anniversary of the liberalisation of the airwaves, the CSA (Conseil Supérieur de l’Audiovisuel) has organised a festival to be held between 31 May and 6 June, 2021. Launched by the authority that regulates the French media system, the initiative will involve public and private broadcasters. 2021 marks the centenary of the first broadcast from the Tour Eiffel (24 December 1921) and 40 years since the liberalisation of the FM band (9 November 1981). But innovation will also be celebrated, as the first national multiplex in the digital band (DAB+) will be launched this year. History and archives, special programmes, media education seminars, lectures, open studios: many events will be organised during the week. Information is available here.

POLAND: RMF FM still remains the leader

RMF FM still remains the ratings' leader
RMF FM, the most listened to station in Poland, further increased its audience during the pandemic from 28.53% to 29.49%
Source

The pandemic does not seem to have had much effect on the listening habits of Poles, 72% of whom tune into a radio station every day, while another 19% turn on the device once a week. On the other hand, the ways in which radio is enjoyed have changed, with 60% following it in the car in 2019, a percentage that has been drastically reduced due to the limitations imposed by Covid-19. Almost one in three Poles choose RMF FM (29.49%), a leading station whose followers increased by an additional 1% during the pandemic. Second in terms of audience is Radio Zet, albeit at a considerable distance: it has almost a third of listeners (12.48%) but its site (radiozet.pl) is the most followed, with over seven million users.

Catholic radio stations are also very popular

The Catholic news agency Sir has analyzed the ratings of Catholic radio stations in Poland
Source

Diocesan radio stations are also gaining an audience (but with very different numbers), but they have been overtaken by Radio Maryja (one of the seventy affiliated to the “World Family”, an association that promotes its development throughout the world) which, with a total audience of 1.73%, is in fifteenth place in the ranking. And to think that space on the media for programs of a religious nature was prohibited until 1980: it was the Solidarity movement that imposed on the authorities free access to all religious denominations, previously prohibited by censorship. So much so that today religious programs are very much present in the programming schedule of broadcasters: even the state TV broadcasts the rosary live every day in connection with the sanctuary of Divine Mercy in Łagiewniki. More details about Poland’s leading Catholic radio stations can be read in the article published by the Catholic news agency Sir.

Translate »